Rallentare

A cosa servono le nostre vite veloci (una scomoda verità)

Hai notato quante persone intorno a te hanno sempre “tantissimo da fare”? E per questo ostentano fretta, impegni e una vita sempre in corsa? Per alcuni è persino sinonimo di successo; per altri è indice di una vita realizzata; per la maggior parte delle persone è un meccanismo ormai automatico a cui si sono arresi. E tutti quanti, indistintamente, si fanno portare via da una corrente ogni giorno più veloce.

Aggiungi che anche il tempo libero, le serate e i fine settimana sono sempre intasati d’impegni  e vissuti con la stessa frenesia del tempo lavorativo (nella città dove ho vissuto per 25 anni, Milano, è così che funziona).

L’abitudine di “riempire di cose”, necessarie o irrilevanti, ogni istante la nostra vita ha un indubbio vantaggio: ci impedisce di pensare veramente. Più esattamente, riempirsi la giornata di mille cose da fare è una strategia infallibile per non avere mai tempo per sé. Sì, quella cosa di cui ci lamentiamo ma che poi ci guardiamo bene dal cambiare…

E a cosa serve non avere mai tempo per se stessi? Bè, ad avere pochi contatti con se stessi. A “non frequentarsi” più di tanto, a rimanere sempre in superficie.

E’ per questo che quando nella tua agenda un impegno viene cancellato, trovi subito qualcosa di “importantissimo” da fare in alternativa. E anche quando hai un momento di vuoto o di ozio, immediatamente lo riempi: accendi la tv, mandi un sms, scarichi l’ultima app, controlli le mail, vai a un aperitivo, ti compri qualcosa… E così via, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno.

Avere sempre “tanto da fare” ti impedisce di starti vicino. Ti nasconde a te stesso. E ti tiene lontano dalle domande importanti che potresti farti…

Domande sul senso della vita che vivi (il mio lavoro contribuisce con qualcosa di utile a questo mondo? O sto solo passando carte o picchiando su una tastiera?) Domande sulle tue relazioni più importanti (perché faccio tardi in ufficio anche quando non serve? Ho paura di non avere più nulla da dire al mio compagno/compagna?) Domande su dove stai andando veramente (quanto tempo è che non uso davvero il mio talento? Da quanto tempo non mi sento completamente vivo?) 

La maggior parte delle persone sembra terrorizzata da questo tipo di domande, per questo le evita. Ma devo dirti che questa strategia, nel lungo periodo, è perdente. Perché le tue domande, prima o poi, ti vengono a trovare anche se ti sei sepolto sotto una montagna di cose da fare. Puoi correre a 200km orari per tutta la vita, le tue inquietudini corrono con te. E appena ti fermi non ti resta che guardarle…

Non solo: non ha senso evitarle perché, spesso, quello che temi di più ha a che fare con quello che ti servirebbe di più. 

Sento dire: “Ah, mi piacerebbe occuparmi di queste cose ma non ho tempo”. Certo, ti sei organizzato la vita proprio per non aver questo tempo! (l’inconscio è astuto). “Non ho tempo” è la grande scusa dell’uomo moderno. Ma se non hai tempo di prendere in mano seriamente la tua vita, per che cosa avrai tempo?

Io ti invito invece a incuriosirti di te, ad appassionarti alla persona che porti dentro di te. Ti invito a diventare molto più ambizioso di quanto sei oggi perché, con un po’ di coraggio, potresti essere molto più felice (nota: siamo fortissimi ad ottenere il superfluo, ma su ciò che conta davvero siamo abituati ad accontentarci).

Ecco qualche pratica che può aiutarti a uscire dalla compulsione al fare-fare-fare (senza darti un tempo di auto-riflessione):

1. Accorgiti

Inizia ad accorgerti di come “fare tante cose” ti aiuta a:

  • non sentire la noia o la paura della noia
  • non sentire il vuoto
  • sentire meno le tue emozioni di rabbia o di paura
  • non pensare ad aspetti di te che non ti piacciono
  • non sentire risentimento o insoddisfazione verso certe persone (anche care)
  • non essere presente fino in fondo nelle relazioni
  • non prenderti davvero certe responsabilità che fai fatica a prenderti

Non sto giudicando queste abitudini. E ti invito a fare altrettanto: non giudicarti, semplicemente osserva.

2. Semplifica

Comincia a togliere cose, anziché continuare ad aggiungerne. Fai pulizia:

  • elimina relazioni che non hanno più senso (quegli amici che frequenti da sempre, meccanicamente, ma che da secoli non ti danno più nulla);
  • elimina pranzi, cene, impegni sociali che, con l’aiuto di cibo e di alcol, servono solo a “distrarti e dimenticarti di te”;
  • accorgiti che tanti bisogni materiali sono pretesti per spendere tempo in faccende che non sono davvero importanti: come comprare cose, o prepararsi a comprare cose, o gestire le cose comprate.

Fare pulizia di ciò che non serve ti aiuta a “creare spazio” nella tua vita. A strappare alla corsa quotidiana qualche momento di silenzio e di vuoto: nel quale iniziare a scoprire chi c’è “lì dentro”, nel quale iniziare a osservare quelle parti di te che aspettano di essere viste da così tanto tempo…

3. Fatti una domanda

Quando, nonostante i buoni propositi, ti trovi nuovamente affogato in mille impegni prova a farti questa domanda:

“Il flusso ininterrotto d’impegni che metto ogni giorno nella mia agenda mi permette di NON pensare a cosa? Mi aiuta a rimandare indefinitamente quale DOMANDA importante per me? Mi consente di NON AFFRONTARE quale tema rilevante della mia vita?” 

Questa è un’ottima domanda. Per ognuno di noi.

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